giovedì 20 settembre 2012

CAMBIO DI PASSO

La qualità del sistema legale e di quello educativo in Gran Bretagna sono stati decisivi perché un'importante società cinese decidesse di investire proprio in quel Paese ben due miliardi di dollari. E' questa la notizia riportata in un commento a un precedente post di questo blog, sulla quale "tutti noi italiani" siamo stati invitati a riflettere.
E' certo che per superare una situazione di crisi come quella che da tempo attanaglia ogni settore della vita economica occorre inventarsi una via. Ma ciò può accadere soltanto assumendo un punto di vista che abbia una certa distanza dal contingente, quella necessaria a vedere le cose sotto un'altra luce.
Oggi il campo della Giustizia italiana è attraversato da molte discussioni che riguardano importanti riforme, ognuna delle quali è chiamata a sciogliere nodi cruciali della vita del nostro Paese (pensiamo a quello della corruzione, una riforma "essenziale per la competitività del Paese" secondo il Ministro Severino, come registrava il Corriere della Sera del 10 settembre).
In questo contesto, i sondaggi pensati e proposti dall'Ordine degli Avvocati di Milano sul funzionamento degli uffici giudiziari e sugli aspetti della professione intrapresa da giovani avvocati (vedi post del 16 settembre) sembrano segnare il cambio di passo necessario, non dettato da logiche prettamente interne all'avvocatura, verso una maggior conoscenza e consapevolezza del mondo giudiziario e delle problematiche che lo coinvolgono.
Gli esiti dei sondaggi - che, come assicura l'Ordine milanese, saranno ampiamente diffusi - forniranno una chiave di lettura preziosa, perché fondata su dati che non provengono dal Ministero, ma da chi opera e accede quotidianamente al settore giustizia, dai quali potranno trarsi considerazioni e soluzioni più immediate, su cui aprire un formidabile confronto, che potrebbe, questo sì, gettar nuova luce sulle molte questioni sul tappeto.
In tal senso, sarebbe auspicabile - e mi piace lanciare l'idea da questo blog - che tutti gli Ordini forensi seguissero l'esempio di quello milanese al fine di creare una tavola rotonda, ampia quanto variegata, all'insegna di un new deal per un approccio finalmente condiviso e plurale ai temi che riguardano da molto vicino ciò che accade all'interno dei Palazzi di Giustizia.

Emanuela Strina, avvocato in Milano

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