martedì 4 settembre 2012

Avvocati così?

In Primo Piano, a pagina 6 del Corriere della Sera del 29 agosto, sotto il titolo "Le riforme e le resistenze delle lobby", nella scheda dedicata a "Le professioni", si legge: 
"Gli avvocati hanno avversato riforma delle professioni, mediazione, abolizione delle tariffe, taglio dei tribunali, ingresso di capitale esterno nelle società per professionisti". 
Si riconoscono davvero, gli avvocati, in queste parole?

1 commento:

  1. Non so se la generalità degli avvocati si riconosca nel profilo riportato dal Corriere. Mi sembra che le opinioni di contrasto registrate dai media diano piuttosto conto di una varietà di posizioni e motivazioni.
    E’ singolare, tuttavia, che questo post non abbia sin qui ricevuto commenti. Troppe chiacchiere, o forse le riforme proposte non arrivano al nocciolo della questione e per questo non raccolgono consenso.
    Sul Corriere di oggi si trovano due notizie che debbono invece far pensare tutti noi italiani.
    La prima è che l’impresa cinese, Huawei, “che contende il primato mondiale degli apparati di telecomunicazione alla svedese Ericsson”, investirà due miliardi di dollari nel Regno Unito entro il 2017 non solo per il mercato notoriamente aperto di questo Paese ma “per la qualità del suo sistema legale e educativo”. “Una dichiarazione” – come sostiene l’autore dell’articolo, Edoardo Segantini – “che non può non far riflettere coloro che ancora non si rendono del tutto conto di quanto pesino, nell’odierna competizione globale, sia il livello di istruzione e della formazione sia la trasparenza delle regole … due connotati che non contribuiscono soltanto a migliorare il volto, l’estetica di un Paese, ma che sempre di più concorrono a sostenerne la competitività”.
    La seconda è che da un annuncio pubblicitario apparso sul serissimo Economist sappiamo ora che la nomina del prossimo governatore della Banca d’Inghilterra è affidata al risultato di un concorso indetto con “bando alla luce del sole” per una selezione “trasparente e aperta” oltreché veloce, come promette George Osborne, il cancelliere dello Scacchiere cui dovranno essere indirizzati i curricula dei candidati. I requisiti richiesti sono “avere esperienza di lavoro in una o con una banca centrale o istituzione analoga, o … avere lavorato ai livelli più alti in una banca di primaria importanza o in altre istituzioni finanziarie”. Favoriti? Sì, ve ne sono, come spiega Fabio Cavalera, “ma a un patto: che presentino programmi validi e che qualche outsider non decida di venire allo scoperto sfogliando l’Economist.”

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