lunedì 8 aprile 2013

UNO SGUARDO DI GENERE SULLE PROFESSIONI: resoconto del convegno 1° marzo 2013


Il programma del convegno "Uno sguardo di genere sulle professioni"  1963 - 2013 è stato pubblicato su questo blog il 26 febbraio 2013.
Di seguito pubblichiamo il resoconto pervenutoci da Unità per la Costituzione - Distretto di Milano.

Il 1 marzo 2013 si è tenuto presso l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano il convegno Uno sguardo di genere sulle professioni” organizzato da Unità per la Costituzione – sezione di Milano, con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Milano, in occasione del cinquantenario dell’entrata in vigore della Legge n. 66/1963, che ha consentito l’accesso delle donne a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la magistratura.

I lavori del Convegno, cui hanno partecipato oltre 500 persone, sono stati coordinati da Giovanna Di Rosa, componente del CSM, e sono stati preceduti dai saluti del Presidente della Corte d’Appello di Milano, in persona di Maria Grazia Bernini, la quale ha ricordato le presenza femminili in Corte d’Appello; l’Avv. Paolo Giuggioli, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano, dal canto suo, ha evidenziato l’importanza del ruolo delle donne nell’Avvocatura anche attraverso la recente introduzione dei Comitati per le Pari Opportunità presso i singoli Consigli dell’Ordine.

Ha aperto i lavori Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale di Milano che, entrata in magistratura nel secondo concorso bandito dopo l’entrata in vigore della L. 66/63, ha raccontato la propria esperienza evidenziando l’entusiasmo che ha caratterizzato il suo ingresso e le perplessità manifestate da qualche collega sul ruolo della donna in magistratura, a causa delle naturali scelte di vita familiare che la stessa va a svolgere. La Presidente Pomodoro, ricordando che, purtroppo, ogni giorno tante donne vedono calpestare la loro dignità sia all’interno della famiglia sia nei luoghi di lavoro, ha concluso il suo intervento con un forte appello a che cessi la violenza sulle donne.

Giuseppina Casella, componente del Csm, ha approfondito le problematiche relative alla presenza attuale delle donne negli uffici giudiziari e, in particolare, alle difficoltà per le stesse di ricoprire incarichi direttivi e semidirettivi. Ha rammentato che, se nell’ambito degli 8949 magistrati in servizio 4209 sono donne (pari ad una percentuale del 47% del totale), i posti direttivi e semidirettivi sono ancora per la maggior parte riservati agli uomini, i quali ricoprono l’81% dei primi ed il 70% dei secondi. Percentuali che, nella magistratura requirente, addirittura salgono, rispettivamente, all’89% e all’86%; ed ha osservato che il divario di genere è ancora più evidente negli organismi istituzionali, con particolare riferimento al CSM. Ha, quindi, individuato le ragioni di tale complessivo deficit rappresentativo sia in un sistema sociale che ancora oggi pone gli oneri di cura a carico solo della donna sia, più in generale, in una perdurante assenza di cultura della parità. Ha rilevato altresì, la necessità che l’Organo di governo autonomo, attraverso il Comitato per le Pari Opportunità in Magistratura e la Rete dei Comitati per le Pari Opportunità delle professioni legali, adotti politiche le quali, tenendo conto che il carico familiare è maggiormente sopportato dalle donne, siano realmente idonee a superare ogni ulteriore ostacolo al pieno conseguimento delle pari opportunità fra i generi in Magistratura. Più in generale, ha ricordato come, grazie alla recente riforma dell’art. 51 Cost., le pari opportunità rappresentano un diritto costituzionalmente garantito, finalizzato, tra l’altro, a consentire (finalmente) all’Italia di utilizzare appieno una parte importante del suo capitale umano: le donne.

Cristina Marzagalli, componente dell’A.N.M., ha confrontato i dati relativi alla presenza delle donne ai vertici degli uffici giudiziari con quelli relativi agli altri settori della P.A. evidenziando che, nonostante vi sia una percentuale femminile elevata fino alle posizioni medio-alte, il dato si inverte nelle posizioni di vertice con ricadute negative sull'entità della retribuzione. Infatti, se ad oggi il 20% dei magistrati amministrativi è donna (94 su 461), non vi sono donne tra i Presidenti TAR, Presidente Aggiunto o di sezione del CdS. Solo 5 donne hanno incarico di Presidente di sezione interna o staccata di TAR. Nella magistratura contabile il 29% è donna (132 su 455) ma solo 7 hanno incarichi direttivi tra i giudicanti e solo 3 sono procuratori regionali. Egualmente su 910 diplomatici, le donne sono 168 e tra queste, le ambasciatrici sono solo 2 a fronte di 32 ambasciatori. Positivo è il dato che emerge dagli organi rappresentativi dell'ANM ove vi sono 12 componenti donne su 36 del CDC, e 5 componenti su 9 della GEC.

Significative le testimonianze offerte da Silvia Carozzo, Dirigente della Squadra Mobile di Varese, e da Manuela Federico, prima donna al Comando della Polizia Penitenziaria del carcere di Milano – San Vittore: le loro riflessioni circa le modalità con cui svolgono lavori un tempo riservati agli uomini, hanno evidenziato la consapevolezza di gestire il proprio ruolo non mutuando modelli maschili di rigidità, ma con la forza della ragione e dell’autorevolezza.

Il confronto tra la realtà degli uffici pubblici e il settore privato è stato ben affrontato da Paola Cavallero amministratore delegato in Italia della multinazionale Nokia, che ha descritto una esperienza aziendale progredita nella questione di genere ponendo in luce che il raggiungimento di una effettiva parità è reso possibile da un atteggiamento culturale che considera le donne una risorsa al pari degli uomini e si realizza con l’attuazione di misure concrete di conciliazione dei tempi del lavoro e della famiglia.

Nella seconda sessione sono stati trattati alcuni aspetti specifici sul tema delle discriminazioni.
La dottoressa Angela Ianni Palarchio, biologa e docente presso l'Università di Torino, ha spiegato come la Medicina di Genere sia un nuovo approccio alla medicina che attraversa tutte le specialità con la finalità di studiare l’influenza del sesso e del genere su fisiologia, fisiopatologia e patologia umana. In molti campi della medicina (oncologia, immunologia, metabolismo, trapianti, nefrologia, farmacologia ecc.) le conoscenze sono state acquisite ponendo a prototipo l’individuo di sesso maschile laddove la scienza ha dimostrato che diversa è la prevenzione e la terapia per entrambi i sessi.

Angela Scalise, magistrato, ha trattato il fenomeno della violenza sulle donne dall’angolo visuale del magistrato che, nello svolgimento delle funzioni di P.M. e di giudice, ha dovuto misurarsi con le complesse problematiche poste dai processi per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. La dottoressa Scalise ha evidenziato la necessità di incentivare le strutture di aiuto psicologico, legale ed economico alle vittime, che ancor oggi hanno paura a presentare denuncia, e al contempo individuare percorsi specifici di riabilitazione sugli autori dei reati per evitare la recidiva.

Dopo la professoressa Bianca Beccalli che ha sintetizzato l’analisi sociologica sull’evoluzione della questione femminile dagli anni sessanta ad oggi, Ilaria Perinu, Pubblico Ministero, ha illustrato le tappe fondamentali che nell’arco di un secolo sono state percorse nell’ambito delle pari opportunità, evidenziando i passaggi dal fascismo, in cui la donna operaia era tutelata dalla legge solo in quanto madre dei figli della Nazione, agli anni 50 in cui la donna diviene oggetto di tutela in quanto portatrice di valore in sé, sino agli anni 70 in cui, grazie anche al dibattito culturale in corso nella società, la donna ottiene il riconoscimento dell’eguaglianza formale dentro la famiglia e sul luogo di lavoro. Infine si auspica che gli anni 2000 siano forieri di nuovi modelli organizzativi ispirati alla condivisione tra i generi sia dei ruoli che delle responsabilità.

Nell’ambito della sessione sulla solidarietà femminile Luisa Della Morte, Presidente della Cooperativa Alice ha illustrato le iniziative imprenditoriali attuate nelle carceri di Milano – San Vittore e di Bollate con il coinvolgimento delle donne detenute, che costituiscono strumenti fondamentali per il reinserimento sociale. L’I.C.AM (Istituto a custodia attenuata per le mamme) di Milano, grazie alla scuola di cucina attiva presso l’Istituto, ha preparato un rinfresco per i partecipanti, quale segno di riscatto sociale, ma anche quale offerta di lavoro e reinserimento.

Il convegno, con la varietà delle professionalità intervenute, ha costituito un’occasione per riflettere insieme sulla questione di genere, apparsa ancora profondamente attuale.

E’ compito di tutti, uomini e donne, perseguire l’effettiva parità di diritti e di opportunità attraverso la concreta attuazione degli strumenti normativi esistenti che – come ha sottolineato con forza Giovanna Di Rosa – non saranno mai sufficienti, se non accompagnati da un rinnovamento culturale condiviso e sincero. La presa d’atto di un’economia di mercato in crisi e privata dell’apporto fondamentale delle donne e la necessità di uno Welfare State che favorisca le agevolazioni e gli sgravi fiscali per conciliare le diverse fasi della vita di una donna con le esigenze della società, accanto alla consapevolezza del ruolo sociale della famiglia come carico dell’intera collettività, sono temi su cui occorre ancora lavorare. Le recenti novità nel panorama parlamentare, che hanno registrato un positivo aumento di presenze femminili tra gli eletti e la considerazione che il Presidente della Repubblica rappresenta l’unità della nazione, secondo la stessa Costituzione, hanno indotto Giovanna Di Rosa a concludere con l’auspicio che alla prossima Presidenza della Repubblica sia finalmente nominata una donna.

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