Il programma del convegno "Uno sguardo di genere sulle professioni" 1963 - 2013 è stato pubblicato su questo blog il 26 febbraio 2013.
Di seguito pubblichiamo il resoconto pervenutoci da Unità per la Costituzione - Distretto di Milano.
Di seguito pubblichiamo il resoconto pervenutoci da Unità per la Costituzione - Distretto di Milano.
Il 1 marzo 2013 si è
tenuto presso l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano il convegno
“Uno sguardo di genere sulle professioni” organizzato da Unità per la
Costituzione – sezione di Milano, con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati
di Milano, in occasione del cinquantenario dell’entrata in vigore della Legge n.
66/1963, che ha consentito l’accesso delle donne a tutte le cariche, professioni
ed impieghi pubblici, compresa la magistratura.
I lavori del Convegno,
cui hanno partecipato oltre 500 persone, sono stati coordinati da Giovanna Di
Rosa, componente del CSM, e sono stati preceduti dai saluti del
Presidente della Corte d’Appello di Milano, in persona di Maria Grazia
Bernini, la quale ha ricordato le presenza femminili in Corte d’Appello;
l’Avv. Paolo Giuggioli, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano,
dal canto suo, ha evidenziato l’importanza del ruolo delle donne nell’Avvocatura
anche attraverso la recente introduzione dei Comitati per le Pari Opportunità presso i singoli Consigli
dell’Ordine.
Ha aperto i lavori
Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale di Milano che, entrata in
magistratura nel secondo concorso bandito dopo l’entrata in vigore della L.
66/63, ha raccontato la propria esperienza evidenziando l’entusiasmo che ha
caratterizzato il suo ingresso e le perplessità manifestate da qualche collega
sul ruolo della donna in magistratura, a causa delle naturali scelte di vita
familiare che la stessa va a svolgere. La Presidente Pomodoro, ricordando che,
purtroppo, ogni giorno tante donne vedono calpestare la loro dignità sia
all’interno della famiglia sia nei luoghi di lavoro, ha concluso il suo
intervento con un forte appello a che cessi la violenza sulle donne.
Giuseppina Casella, componente del Csm, ha
approfondito le problematiche relative alla presenza attuale delle donne negli
uffici giudiziari e, in particolare, alle difficoltà per le stesse di ricoprire
incarichi direttivi e semidirettivi. Ha rammentato che, se nell’ambito degli
8949 magistrati in servizio 4209 sono donne (pari ad una percentuale del 47% del
totale), i posti direttivi e semidirettivi sono ancora per la maggior parte
riservati agli uomini, i quali ricoprono l’81% dei primi ed il 70% dei secondi.
Percentuali che, nella magistratura requirente, addirittura salgono,
rispettivamente, all’89% e all’86%; ed ha osservato che il divario di genere è
ancora più evidente negli organismi istituzionali, con particolare riferimento
al CSM. Ha, quindi, individuato le ragioni di tale complessivo deficit
rappresentativo sia in un sistema sociale che ancora oggi pone gli oneri di cura
a carico solo della donna sia, più in generale, in una perdurante assenza di
cultura della parità. Ha
rilevato altresì, la necessità che l’Organo di governo autonomo, attraverso il
Comitato per le Pari Opportunità in Magistratura e la Rete dei Comitati per le
Pari Opportunità delle professioni legali, adotti politiche le quali, tenendo
conto che il carico familiare è maggiormente sopportato dalle donne, siano
realmente idonee a superare ogni ulteriore ostacolo al pieno conseguimento delle
pari opportunità fra i generi in Magistratura. Più
in generale, ha ricordato come, grazie alla recente riforma dell’art. 51 Cost.,
le pari opportunità rappresentano un diritto costituzionalmente garantito,
finalizzato, tra l’altro, a consentire (finalmente) all’Italia di utilizzare
appieno una parte importante del suo capitale umano: le donne.
Cristina Marzagalli, componente dell’A.N.M.,
ha confrontato i dati relativi alla presenza delle donne ai vertici degli
uffici giudiziari con quelli relativi agli altri settori della P.A. evidenziando
che, nonostante vi sia una percentuale femminile elevata fino alle posizioni
medio-alte, il dato si inverte nelle posizioni di vertice con ricadute negative
sull'entità della retribuzione. Infatti, se ad oggi il 20% dei magistrati
amministrativi è donna (94 su 461), non vi sono donne tra i Presidenti TAR,
Presidente Aggiunto o di sezione del CdS. Solo 5 donne hanno incarico di
Presidente di sezione interna o staccata di TAR. Nella magistratura contabile il
29% è donna (132 su 455) ma solo 7 hanno incarichi direttivi tra i giudicanti e
solo 3 sono procuratori regionali. Egualmente su 910 diplomatici, le donne sono
168 e tra queste, le ambasciatrici sono solo 2 a fronte di 32 ambasciatori.
Positivo è il dato che emerge dagli organi rappresentativi dell'ANM ove vi sono
12 componenti donne su 36 del CDC, e 5 componenti su 9 della GEC.
Significative le
testimonianze offerte da Silvia Carozzo, Dirigente della Squadra Mobile di
Varese, e da Manuela Federico, prima donna al Comando della Polizia
Penitenziaria del carcere di Milano – San Vittore: le loro riflessioni
circa le modalità con cui svolgono lavori un tempo riservati agli uomini, hanno
evidenziato la consapevolezza di gestire il proprio ruolo non mutuando modelli
maschili di rigidità, ma con la forza della ragione e
dell’autorevolezza.
Il confronto tra la
realtà degli uffici pubblici e il settore privato è stato ben affrontato da
Paola Cavallero amministratore delegato in Italia della multinazionale
Nokia, che ha descritto una esperienza aziendale progredita nella questione
di genere ponendo in luce che il raggiungimento di una effettiva parità è
reso possibile da un atteggiamento culturale che considera le donne una risorsa
al pari degli uomini e si realizza con l’attuazione di misure concrete di
conciliazione dei tempi del lavoro e della famiglia.
Nella seconda
sessione sono stati trattati alcuni
aspetti specifici sul tema delle discriminazioni.
La dottoressa Angela
Ianni Palarchio, biologa e docente presso l'Università di Torino, ha
spiegato come la Medicina di Genere sia un nuovo approccio alla medicina che
attraversa tutte le specialità con la finalità di studiare l’influenza del sesso
e del genere su fisiologia, fisiopatologia e patologia umana. In molti campi
della medicina (oncologia, immunologia, metabolismo, trapianti, nefrologia,
farmacologia ecc.) le conoscenze sono state acquisite ponendo a prototipo
l’individuo di sesso maschile laddove la scienza ha dimostrato che diversa è la
prevenzione e la terapia per entrambi i sessi.
Angela Scalise, magistrato, ha trattato il
fenomeno della violenza sulle donne dall’angolo visuale del magistrato che,
nello svolgimento delle funzioni di P.M. e di giudice, ha dovuto misurarsi con
le complesse problematiche poste dai processi per violenza sessuale e
maltrattamenti in famiglia. La dottoressa Scalise ha evidenziato la necessità di
incentivare le strutture di aiuto psicologico, legale ed economico alle vittime,
che ancor oggi hanno paura a presentare denuncia, e al contempo individuare
percorsi specifici di riabilitazione sugli autori dei reati per evitare la
recidiva.
Dopo la
professoressa Bianca Beccalli che ha sintetizzato l’analisi sociologica
sull’evoluzione della questione femminile dagli anni sessanta ad oggi, Ilaria Perinu, Pubblico Ministero, ha illustrato le tappe fondamentali che
nell’arco di un secolo sono state percorse nell’ambito delle pari opportunità,
evidenziando i passaggi dal fascismo, in cui la donna operaia era tutelata dalla
legge solo in quanto madre dei figli della Nazione, agli anni 50 in cui la donna
diviene oggetto di tutela in quanto portatrice di valore in sé, sino agli anni
70 in cui, grazie anche al dibattito culturale in corso nella società, la donna
ottiene il riconoscimento dell’eguaglianza formale dentro la famiglia e sul
luogo di lavoro. Infine si auspica che gli anni 2000 siano forieri di nuovi
modelli organizzativi ispirati alla condivisione tra i generi sia dei
ruoli che delle responsabilità.
Nell’ambito della
sessione sulla solidarietà femminile
Luisa Della Morte, Presidente della Cooperativa Alice ha illustrato le
iniziative imprenditoriali attuate nelle carceri di Milano – San Vittore e di
Bollate con il coinvolgimento delle donne detenute, che costituiscono strumenti
fondamentali per il reinserimento sociale. L’I.C.AM (Istituto a custodia
attenuata per le mamme) di Milano, grazie alla scuola di cucina attiva presso
l’Istituto, ha preparato un rinfresco per i partecipanti, quale segno di
riscatto sociale, ma anche quale offerta di lavoro e reinserimento.
Il convegno, con la
varietà delle professionalità intervenute, ha costituito un’occasione per
riflettere insieme sulla questione di genere, apparsa ancora profondamente
attuale.
E’ compito di tutti,
uomini e donne, perseguire l’effettiva parità di diritti e di opportunità
attraverso la concreta attuazione degli strumenti normativi esistenti che – come
ha sottolineato con forza Giovanna Di Rosa – non saranno mai sufficienti,
se non accompagnati da un rinnovamento culturale condiviso e sincero. La
presa d’atto di un’economia di mercato in crisi e privata dell’apporto
fondamentale delle donne e la necessità di uno Welfare State che
favorisca le agevolazioni e gli sgravi fiscali per conciliare le diverse fasi
della vita di una donna con le esigenze della società, accanto alla
consapevolezza del ruolo sociale della famiglia come carico dell’intera
collettività, sono temi su cui occorre ancora lavorare. Le recenti novità nel
panorama parlamentare, che hanno registrato un positivo aumento di presenze
femminili tra gli eletti e la considerazione che il Presidente della Repubblica
rappresenta l’unità della nazione, secondo la stessa Costituzione, hanno indotto
Giovanna Di Rosa a concludere con l’auspicio che alla prossima Presidenza della
Repubblica sia finalmente nominata una donna.
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