FARE subito perché NON FARE costa
L'Europa condanna l'Italia per il trattamento inumano e degradante che il nostro paese riserva ai detenuti: meno di 3 metri quadrati per vivere in cella. Così, dovremo pagare tutti ben 100 mila euro per danni morali ai 7 ricorrenti, ristretti nel carcere di Busto Arsizio e Piacenza.
Nella sentenza, i giudici della Corte europea dei diritti umani prendono atto che il problema è strutturale perché lo spazio non manca soltanto a 7 detenuti. Pendono infatti più di 550 ricorsi di altri carcerati che lamentano identiche condizioni di restrizione. Da qui l'ultimatum di 1 anno alle autorità italiane per risolvere il sovraffollamento carcerario anche prevedendo pene alternative.
Il Ministro della Giustizia esprime "avvilimento" per la condanna e il Presidente della Repubblica dice che è "mortificante" per il nostro Paese, ma ancora non si fa nulla e soprattutto non si parla di cosa e come si può fare subito: se ogni sentenza dovesse liquidare 100 mila euro di danni morali, quanto costerebbero a tutti noi quei 550 ricorsi alla Corte di Strasburgo?
Quanto potremmo risparmiare, invece, se reintegrassimo subito i fondi per la c.d. Legge Smuraglia che dal 2000 assicura agevolazioni fiscali e contributive agli imprenditori che assumono detenuti ? Parliamo di questo, invece di indugiare in un inutile rimbalzo di responsabilità.
Se la carcerazione si sconta senza lavorare, nell'80% dei casi i detenuti torneranno a delinquere, mentre è dimostrato che questa percentuale si abbassa fino al 19% se ai carcerati è data la possibilità di lavorare. Ciò significa, in prospettiva, meno soldi da investire per la costruzione di nuove carceri e più soldi da destinare ad altre emergenze.
E nel frattempo? Se ciò che prima di tutto manca è lo spazio, perché non adibire a luoghi di detenzione, o di lavoro per detenuti, edifici che lo Stato non utilizza, sotto utilizza o vorrebbe vendere? Come le caserme, per esempio. Perché non verificare quali potrebbero essere i tempi per realizzare la riconversione di questi stabili?
Si può fare anche con le parole, se con queste capiamo come rimediare presto alla situazione attuale.
Perché una cosa è certa:
FARE SUBITO CONVIENE A TUTTI
NON FARE CONVIENE A POCHI E COSTA AI PIU'
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Con decreto del 5 dicembre 2012 il Ministero della Giustizia ha approvato la Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati, alla quale sono allegati un utile glossario delle voci e l’elenco delle fonti del diritto penitenziario. Nel decreto è previsto che la Carta sia tradotta, a cura dei competenti uffici ministeriali, nelle lingue più diffuse tra i detenuti e internati stranieri e resa disponibile, presso ogni istituto penitenziario, nei locali destinati ai colloqui con i familiari. L’iniziativa è certamente commendevole anche se, non essendo stabiliti i tempi di attuazione, rischia di finire nel dimenticatoio. Possiamo fare qualcosa?
RispondiEliminaL'autore del commento ha passato un'informazione e PalaGius aggiunge il link che rinvia alla Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati:
Eliminahttp://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_8_1.wp?previsiousPage=mg_1_8_1&contentId=SDC804721
Confidiamo che questo contribuisca a richiamare l'attenzione sull'argomento, in modo che da più parti sia sollecitata la tempestiva attuazione del decreto ministeriale.
A proposito di FARE: il Comune di Milano ha messo a disposizione 200 mq e 5 vetrine in viale dei Mille per far conoscere le attività dei detenuti di Bollate, Opera, San Vittore e Beccaria. Il 20 febbraio è stato così inaugurato uno store dedicato ai servizi e ai prodotti di aziende nate all'interno dei penitenziari.
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