domenica 17 febbraio 2013

LAVORO e CARCERE: il Convegno a Padova del 15 febbraio 2013

Da Giovanna Di Rosa, componente del CSM presente al Convegno (vedi post 11 febbraio 2013), riceviamo e pubblichiamo:


Il Convegno padovano si è svolto in un clima di festoso consenso sul risultato raggiunto la mattina del 14, a seguito dell'approvazione dello schema di decreto che destina al finanziamento della Legge Smuraglia 16 milioni di euro, facenti parte del fondo di legge per la stabilità.

Il Ministro Severino ha annunciato personalmente questa importante novità e ha illustrato il senso del ragionamento istituzionale di solidarietà sociale, che determina la doverosità di questi interventi.
Si tratta di una spesa destinata a favorire il lavoro dei detenuti, posto che la Legge Smuraglia, introdotta nel 2000, stabilisce agevolazioni fiscali e sgravi contributivi per le aziende che assumono detenuti.

Il percorso seguito è stato difficile, perché il decreto emesso alla vigilia di Natale scorso aveva completamente eliminato tale finanziamento, creando un forte sgomento nel mondo penitenziario, e suscitando ovviamente richieste di ripristino della provvista, soprattutto da parte di tante cooperative sociali, enti e istituzioni.
Su questo ripristino, mi ero pronunciata anch'io nel Plenum pre-natalizio, in cui l'eliminazione dei fondi ha pesato in modo stridente sul generale clima di festa, considerata la già drammatica situazione all'interno delle carceri. E pensando non soltanto ai detenuti, ma anche alle loro famiglie, che dal lavoro traggono fonte di sostegno.

I rappresentanti dell'imprenditoria intervenuti hanno sottolineato come la cultura della responsabilità sociale nell'impresa sia un valore etico fondante l'impresa stessa.

E' stato inoltre da più parti sottolineato come occorra far nascere una cultura della pena connessa alla cultura dei diritti e della riconciliazione.

Per parte mia, ho evidenziato che la magistratura deve fare la sua parte con una presenza attiva, segnalando la necessità del lavoro come strumento del trattamento e indispensabile passaggio per la concessione di un maggior numero di misure alternative. Credo infatti che la strada da seguire immediatamente sia il maggiore ricorso possibile alle misure alternative esistenti, con tutti gli strumenti che il sistema processuale mette a disposizione.

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