mercoledì 8 agosto 2012

Dalle Sezioni Distaccate del Tribunale di Trento

Dall' avv. Paolo Pontrelli, avvocato in Trento, riceviamo e pubblichiamo:


PETIZIONE CONTRO L'ABOLIZIONE DELLE SEZIONI DISTACCATE

Il contesto socio-economico ed il ruolo dei territori
La presente forte presa di posizione degli avvocati contro l'eliminazione delle sezioni distaccate del Tribunale di Trento si inserisce appieno nella situazione che vede approfondirsi lo scontro tra il globale e il locale, scontro che si sta infatti trasferendo all'interno di ogni stato, di ogni regione e di ogni provincia.
Quanto sta accadendo nella giustizia, (e poi continuerà negli ospedali, nelle agenzie delle entrate, ecc.) è uno scontro tra i territori ovvero un contrasto fra dimensione verticale e dimensione orizzontale della dinamica economica e sociopolitica (come sottolineano molti commentatori di fatti sociali).
Il mondo globalizzato si snoda tra i vertici economici e politici che sono a Parigi a Roma a Londra (che si possono raggiungere spendendo meno di un viaggio in corriera tra Storo e Trento) e tutto il resto del territorio scompare, utile forse al Turismo, anch'esso però guidato da logiche globali di prezzo e numeri che mettono a dura prova le imprese di dimensione locale.
Le richieste degli avvocati sono formulate a difesa del territorio contro chi ritiene che le istituzioni territoriali locali siano solo fonte di sprechi perché non generano sufficienti economie di scala nella gestione dei vari servizi, tra cui quello della giustizia.
I luoghi di decisione - siano essi Roma Parigi New York - sono divenuti il solo territorio percepito, il solo presentato come efficiente, relegando il restante territorio nel nulla.
In questo contesto l'eliminazione dei tribunali (cui seguirà quello degli ospedali, delle agenzie fiscali) con la perdita delle risorse intellettuali di avvocati, (e poi di medici e funzionari) è il segno dell'abbandono delle risorse intellettuali dei territori, con le persone costrette ad avviarsi verso le città globali, in una nuova migrazione, simile a quella che vede i contadini indiani e cinesi avviarsi verso le città.
Le montagne e le campagne ritornano ad essere luoghi dove non ci sono (come non vi erano un tempo) occasioni di lavoro, dove non si può (come non si poteva un tempo) studiare al meglio, e ciò che accade perché le eccellenze vengono ormai raccolte in un solo luogo, anch'esso globale, per una sfida tra stati, città imprese che le rappresentano.
Il governo Monti partecipa a questa sfida accettandone le regole e ciò comporta il sacrificio dei territori.
L'illusione che si rincorre nella sfida, attraverso la sua concentrazione in luoghi anch'essi globali e perciò già segnati da tutte le contraddizioni legate alla globalizzazione (ricchissimi e poverissimi, passato e futuro, finanza e criminalità) presuppone che nessun apporto alla sfida globale possa essere dato dai territori, degni solo di una sforbiciata di spese sanitarie e giudiziarie.
E così i territori, luoghi privilegiati della libera ricerca, scientifica e umanistica, dove coesistono ancora identità forgiate proprio dal rapporto con il territorio, veri laboratori di coesistenza pacifica in cui dare risposta alle contraddizioni della globalità, vengono privati anche dei servizi e del ruolo di mediazione che questi svolgono nell'integrare i nuovi cittadini con i vecchi.
In questa visione bocconiana il territorio locale viene percepito (dal centro) come un privilegio da tagliare, in vista di un risparmio a favore del centro, bisognoso come non mai di risorse.
L'abolizione dei Tribunali di minore carico poteva essere evitata semplificando procedure, rendendole più tecnologiche e rendendo più semplice per il Giudice l'atto del giudicare.
Lo stato invece preferisce, per evitare un tema complesso, mantenere intatto un armamentario giuridico ottocentesco, con un rito che fa a gara con liturgie obsolete, con tutte le conseguenze organizzative che richiede.
Le necessità organizzative determinate dalle normative sovrappostesi in tutti questi anni sono diventate la scusa per allontanare il Giudice dal Territorio, e togliere così a giurisdizione stessa, altro che processo telematico e cancelleria on-line.
Senza la rivoluzione tecnologica e l'utilizzo massiccio del Web, anche la Giustizia si allontana.
Scontiamo in questa fase il duplice ritardo della pubblica Amministrazione, il riardo tecnologico e quello di riforma delle normative processuali.
La globalizzazione detta i suoi tempi e così, a chi ha dormito prima, ora non resta che tagliare le sedi per mettersi alla pari.
Chi ne fa le spese è il cittadino.
Le innovazioni tecnologiche forse potevano evitare le soppressioni delle sedi ma si lasciano i cittadini senza le vecchie strade per arrivare alla Giustizia (le vecchie preture e poi le sezioni distaccate) senza aver preparato le nuove (le strade digitali del Web).
Così i cittadini restano senza le une e le altre non potendo contestare né le decisioni che assumono i politici né rivolgersi al Giudice per annullarle.
Un percorso di analfabetizzazione delle periferie e dei territori locali, destinati a ritornare luoghi in cui si assiste silenti alle decisioni prese sempre più in alto e se ne subiscono le dolorose conseguenze.
La fine della giustizia.
Su questo quadro socio-economico interviene ora lo schema di decreto legislativo per la soppressione anche delle sezioni Distaccate dei tribunali.
Vogliamo qui sottolineare quelle che sono le incongruenze, innanzitutto normative, secondariamente logistiche e poi ambientali delle scelte fatte.

Le decisioni del Governo e le incongruenze normative del provvedimento.
I provvedimenti di cui allo schema di decreto legislativo, trovano molteplici ostacoli nella normativa vigente.
Il primo ostacolo normativo deriva dalla specificità del territorio dove vige la Legge Tavolare regolata dal R.D. 28.03.1929 n. 499 dettante "Disposizioni relative ai libri fondiari delle nuove provincie" e considerato, in particolare, l'art. 75 del citato Decreto così come sostituito dall'art. 163 del D.Lgs 51/1988, che detta particolari norme per la tutela dei Libri Fondiari con esplicito riferimento alle Sezioni Distaccate del Tribunale di Trento (nel solo anno 2010 i decreti tavolari emessi dagli uffici del Libro Fondiario di Tione, Cles, Cavalese e Borgo Valsugana, superano i 20.000).
Sotto questo primo profilo, lo schema di decreto legislativo non ha tenuto in alcun conto della specificità dei territori ove vige la Legge Tavolare e delle incombenze che i Giudici devono sostenere.
Un ulteriore limite deriva dalla Relazione ministeriale per l'Istituzione delle Sezioni Distaccate del Tribunale in occasione della riforma del Giudice Unico (Legge n. 51 del 1988) la quale ha sottolineato che "l'eventuale trasferimento di servizi pubblici dalle aree montane sia soggetto ad una serie di particolari attenzioni" ed ancora che "l'obiettiva peculiarità della realtà montana e la volontà espressa dalla L. 97/94 debbono essere considerate non in via autonoma ed esclusiva ma unitamente alle difficoltà concrete che le popolazioni incontrano e incontrerebbero nel fruire dei servizi giudiziari".
Un insieme di queste considerazioni impone al legislatore delegato di valutare con particolare elasticità gli indici di riferimento fissati in via generale per tutti gli uffici giudiziari.
Risulta quindi una mera affermazione apodittica e priva di fondamento quella riportata a pag. 30 della Relazione del Gruppo di Studio Ministeriale che "le sedi distaccate vanno soppresse in quanto unità organizzativa incompatibile con l'organizzazione tabellare degli uffici giudiziari".
Dal punto di vista normativo quindi lo schema di decreto legislativo non ha tenuto in alcun conto le peculiarità sopra indicate ed inoltre ha completamente disatteso il contenuto della lettera D (che richiama i criteri di cui alla lett. B) dell'art. 1, comma 2, legge 14 settembre 2011 n. 148 di conversione, con modificazioni, del D.L. n. 138/2011.

Le incongruenze sul tema di spesa ....
Un secondo profilo è quello attinente al risparmio che l'amministrazione centrale intende ottenere con l'eliminazione delle Sezioni Distaccate.
Anche in questo senso va preso atto che il costo sostenuto dallo Stato per il funzionamento delle Sezioni distaccate del Tribunale di Trento ammonta, per l'anno 2010, a circa € 88.000,00.
E' evidente quindi che il risparmio finanziario dello Stato è ben poca cosa rispetto ai costi economici ed ai disagi procurati ai cittadini, agli operatori economici della Comunità delle Giudicarie, Val di Sole, Val di Non, Val di Fiemme, Val di Fassa, Primiero e Valsugana, onerati di continui viaggi verso la sede di Trento.
Sono stati calcolati 11.600 spostamenti annui da ogni sede distaccata verso Trento, per totali 1.200.00 km per sezione con spese di euro 1.864.320,00 per spese di carburante ed un risparmio di co2, (costo ambientale) calcolato su tutte le sedi di 6.991,2 q.li.
Si comprende che il dato, pur potendo essere temperato dal mancato flusso inverso, basterebbe da solo a sconsigliare un siffatto accentramento che farebbe ricadere, moltiplicati per 100, direttamente sui cittadini i pretesi risparmi che deriverebbero al bilancio pubblico.

... e sul tema dell'efficienza della risposta giudiziaria
Nemmeno vi è un risparmio in termini di efficienza.
Le quattro Sezioni Distaccate infatti si sono distinte per rapidità nell'erogazione dei servizi di giustizia ai cittadini, contribuendo allo smaltimento di 1/3 circa complessivo del contenzioso ordinario del circondario del Tribunale di Trento, oltre a fornire importanti servizi ai cittadini nelle materie di volontaria giurisdizione di competenza del Giudice Tutelare e delle materie di competenza del Giudice Tavolare.
Nessuna inefficienza vi è stata per quanto riguarda i processi.
Anzi l'accentramento di tutti i dibattimenti penali presso la sede Centrale comporterà certamente molteplici problemi logistici per la discussione di tutti i reati.
Si tratterebbe di due udienze mensili per ogni sezione, pari a otto udienze mensili con annessi testimoni, avvocati e periti con difficoltà a reperire le aule perché vanno ad aggiungersi a quelli già oggi celebrati nella sede di Trento (udienze GIP, GUP, Monocratico, Collegiale e Corte di Assise).
Per le udienze civili, l'aumento di 1/3 del carico di lavoro del Tribunale riporterà dei tempi di definizione di processi a quelli che hanno portato alla legge cd "Pinto" sulla durata dei processi.
Le questioni tavolari e di volontaria giurisdizione aumenteranno il caos.
Sempre in termini di efficienza, è ingannevole il richiamo alle tabelle ministeriali per le Sezioni Distaccate del Trentino.
Le sezioni Trentine infatti non hanno giudici di ruolo che lavorano esclusivamente presso le Sezioni Distaccate, sia il Giudice Civile che il Giudice Penale lavorano part - time presso le Sezioni Distaccate, mantenendo il loro ruolo unito a quello della Sezione Centrale, con un carico di lavoro pari a quello degli altri giudici della sede centrale.
Per quanto riguarda gli impiegati già adesso i cancellieri sono organizzati per prestare parte del loro lavoro presso la sede Centrale.
Pur essendo in numero minimo gli stessi potrebbero non trovare l'Ufficio dove lavorare presso la sede Centrale di Trento.

In conclusione.
Le ragioni socio-economiche, normative di risparmio di spesa e di efficienza della risposta alla domanda di Giustizia non sono sufficienti a giustificare la soppressione delle Sezioni Distaccate di Tione, Borgo Valsugana, Cles e Cavalese.
Risulta con tutta evidenza che lo schema del decreto legislativo è stato approntato senza alcun criterio territoriale, di costi e di funzioni, obbedendo esclusivamente alla legge dei grandi numeri per la quale la riduzione delle sedi è un risparmio "a prescindere".
Un esame caso per caso, avrebbe potuto accertare i veri risparmi di spesa possibili analizzando il contesto territoriale, il carico di lavoro dei giudici e la situazione delle cancellerie.
E' stata una riforma fatta dietro la scrivania, e come tale destinata a fallire.
Nessun elemento, anche a garanzia di un contraddittorio con chi viene soppresso, vi è nei documenti ministeriali al di là delle fumose tabelle ministeriali.
Ci stiamo forse dimenticando che sono proprio le Amministrazioni Centrali ad essere sotto accusa, pubblicamente sconfessate nella loro capacità organizzativa con la nomina di Bondi alla spending review, ad essere le autrici delle relazioni e ricerche che portano alla soppressione delle sezioni Distaccate.
Veniamo così soppressi da Amministrazioni a loro volta soppresse, nella loro capacità gestionale, dal dott. Bondi, una sorta di canto del cigno del Ministero della Giustizia.
Conseguentemente si chiede alla Delegazione Parlamentare Trentina, alla Regione Trentino Alto Adige, ai Consiglieri Provinciali, alla Giunta Provinciale di Trento, al Presidente della corte di Appello del Trentino Alto Adige, al Consiglio Giudiziario (che sarà chiamato, a breve, ad esprimere un parere circostanziato sulla situazione della giustizia nel Distretto di Corte di Appello con riferimento allo schema di decreto legislativo dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati), secondo le loro competenze, di sostenere gli interventi volti a conservare l'esistenza delle Sezioni Distaccate ed ad aumentarne l'efficienza e a ridurre le spese quali:
  • il mantenimento delle Sezioni Distaccate per l'evidente deficit strutturale esistente per il collegamento con il Tribunale di Trento e ciò in applicazione di uno dei requisiti previsti dalla legge delega anche in considerazione che tutti i Comuni compresi nel territorio di competenza delle Sezioni Distaccate sono Comuni di Montagna ex legge n. 97 del 1994;
  • la presenza dei Giudici nelle sedi distaccate nei giorni delle udienze settimanali con contestuale impiego in sede centrale;
  • l'impiego dei giudici onorari per le attività contenziose più semplici (procedimenti d'ingiunzione ecc.) e non contenziose (attività di volontaria giurisdizione) così da evitare al Giudice l'attività a carattere prevalentemente burocratico;
  • ribadire la disponibilità della Regione Trentino Alto Adige, più volte manifestata in incontri col Ministero della Giustizia, ad accollarsi le spese di funzionamento delle sedi distaccate al fine di conservarne l'esistenza e scongiurare disservizi ed ulteriori oneri ai cittadini delle valli Trentine che chiedono di usufruire del servizio giustizia;
  • un impegno degli Enti Pubblici (Regione, Provincia, Comunità di Valle e Comuni) a sottoporre il Decreto legislativo al giudizio di legittimità giurisdizionale qualora addivenga alla soppressione delle Sezioni Distaccate del Tribunale di Trento.
Sollecitiamo a valutare queste proposte che interpretano la volontà popolare al fine di evitare la soppressione delle Sezioni Distaccate per le gravissime conseguenze sotto il profilo socio-economico qui denunciate.
Trento il 14 luglio 2012
Il Coordinamento degli avvocati delle Sezioni Distaccate del Tribunale di Trento riunito in assemblea il giorno 14 luglio 2012 presso il Palazzo di Giustizia di Trento

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