martedì 21 agosto 2012

EFFICIENZA E RISPARMIO?


La razionalizzazione della geografia giudiziaria decisa dall'ultimo Consiglio dei Ministri prima della sospensione ferragostana (soppressione di 31 tribunali e relative procure, 220 sezione distaccate e 667 uffici del giudice di pace) ha per obiettivo l'efficienza, come preannuncia Massimo Martinelli nel titolo in prima pagina del quotidiano romano IL MESSAGGERO di sabato 11 agosto. Che infatti l'Italia dei Tribunali sia un paese che viaggia a velocità diverse -prosegue Martinelli - sarebbe di dominio pubblico "anche all'estero" e il Ministro Severino ne sarebbe a conoscenza.
Ma l'operazione di taglio è sufficiente a perequare le situazioni di partenza dei Palazzi di Giustizia italiani, o non sarebbe pregiudiziale capire il perché delle "diverse velocità"?
Siamo sicuri che il livello di informatizzazione sia davvero omogeneo fra tribunali e uffici del giudice di pace?
No, secondo le voci sin qui raccolte da PalaGius. Dall'ufficio del Giudice di Pace di Albenga si dice infatti molto esplicitamente che "come tutti sappiamo, l'attuale funzionamento" dei servizi informatizzati "è precario, carente e disomogeneo" e "prima di arrivare alla soppressione indiscriminata e senza criterio di tutti questi uffici" si sarebbe dovuto procedere a "un'adeguata verifica della geografia giudiziaria ridistribuendo la competenza sul territorio e, solo dopo, verificare quali uffici avrebbero dovuto essere effettivamente soppressi". 
Ma queste - si conclude sconsolati da quello stesso ufficio - sono "considerazioni che avrebbe potuto fare un governo interessato al benessere del paese", mentre invece "i signori del governo, che vantano così tante lauree, non hanno nemmeno considerato che la giustizia, così come la scuola e la sanità, sono servizi pubblici irrinunciabili che non possono dare utili e pertanto, non possono essere gestiti come aziende. Con questa politica di soppressione altro non fanno che togliere un servizio dovuto ai cittadini.".
Del resto, è evidente che una giustizia che viaggia a diverse velocità non è Giustizia (come una mezza verità non è Verità).
Un'altra voce, quella di un funzionario di una sezione distaccata emiliana, rileva che "in questa rivoluzione-riforma delle circoscrizioni giudiziarie" non c'è stata "correttezza verso i dipendenti della Giustizia" che meriterebbero ben altra attenzione, come tiene a far sapere Angelo Perrone, Giudice del Tribunale di Pisa presso la sezione distaccata di Pontedera soprattutto perché sono loro, più di altri operatori del mondo giudiziario, ad avere il polso della situazione, ricordandoci che oltre alla giurisdizione c.d. contenziosa c'è quella Volontaria - che tratta tutele, curatele, amministrazioni di sostegno, successioni, giuramenti di perizie - che richiede un contatto diretto con gli uffici giudiziari (si pensi a quello con il Giudice Tutelare) sicché la prossimità - come oggi piace dire - gioca un ruolo essenziale, mentre l'informatizzazione e l'utilizzo di mezzi pubblici (ove esistenti) non risolvono il problema.
Il cancelliere della sezione distaccata di Merano ritiene che si tratti di "una riforma studiata a tavolino contro il paese, contro i cittadini, contro il buon senso e l'efficienza della pubblica amministrazione", che "rappresenta una vera e propria ingiustizia sostanziale", che non tiene conto della storica, quanto grave, carenza del personale amministrativo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria e, in particolare, dei 'cancellieri', che non si esita a qualificare "una razza in via di estinzione". In verità, dice lo stesso cancelliere, non si vuole "una giustizia funzionante", pure se tutti si lamentano della sua lentezza e si avvalgono dei richiami dell'Unione Europea unicamente per pensare di poter porre rimedio a inefficienza e carenza "senza personale e senza risorse economiche a favore del Ministero della Giustizia".   
Ma vi sono anche voci di segno contrario. Quella che proviene dalla sezione distaccata di Rodi Garganico (Tribunale di Lucera) plaude all'iniziativa ministeriale e spera che si giunga presto all'effettiva chiusura. E' inquietante e deve far riflettere assai, considerato che proprio dal circondario di Lucera è stata avviata una raccolta di firme contro la soppressione del Palazzo di Giustizia, presidio della lotta alla criminalità organizzata che ha radice in quella terra, come ha esposto preoccupato il Procuratore della Repubblica di quel Tribunale al telegiornale serale di rai due del 20 agosto, in vista del provvedimento definitivo che adotterà il Governo il prossimo 24 agosto.
Roger Abravanel, dalle pagine del Corriere della Sera del 13 agosto ha riportato l'osservazione di un autorevole partecipante a una tavola rotonda con il Ministro Severino: "senza una giustizia civile veloce perdiamo diversi punti di Pil e lo spread non scende".
L'attuale primo ministro Monti indica questa perdita in un punto percentuale (Corriere.it del 17 agosto): tanto, anzi tantissimo, soprattutto di questi tempi.
Un lettore del Corriere della Sera, Marcello Airaghi, posto di fronte alla chiusura "per ferie" dei "tribunali di ogni ordine e grado" che "hanno chiuso /.../ il primo agosto per riaprire il 15 settembre", osserva che "nessuna impresa potrebbe permettersi di chiudere i battenti per sei settimane esibendo al contempo arretrati da record e storiche carenze"  (da Lettere e Interventi in Corriere della Sera del 18 agosto).
Varrebbe davvero la pena "rendere trasparente la perfomance dei singoli tribunali" (R. Abravanel, cit.) così che l'informazione circoli inesorabilmente e funga da motore affinché siano promossi interventi più avveduti di quanto sia stato sin qui.
PalaGius

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